Il tuo occhio sia vigile

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lunedì 19 aprile 2010

Il Rigassificatore OLT al largo della Meloria


Da un Dossier dei Verdi di Livorno risulta che:

Quantità di energia enorme paragonabile a quelle di diverse bombe atomiche

Alcuni tecnici del Comitato hanno preso in considerazione una gasiera più piccola di quella prevista
(82 mila metri cubi di LNG liquido, ovvero 41 mila tonnellate) ed hanno calcolato che corrisponde ad
un’energia totale di circa 25 bombe nucleari di Hiroshima, come quantità di energia totale
equivalente. Ovvio che la liberazione di energia in funzione del tempo, ovvero la potenza media,
sarebbe molto minore di quella sprigionata da un ordigno nucleare, poiché i tempi su scala atomica
(tipici degli esplosivi tradizionali) in relazione a quelli su scala nucleare sono molto più lunghi, circa di
1 milione di volte. Ci si può aspettare quindi una potenza distruttiva massima dell’esplosione
eventuale di una nave LNG di 4 ordini di grandezza inferiore (diecimila volte meno potente), ma con
un’energia totale liberata 25 volte superiore a quella della bomba dell’ ‘Enola Gay’. L’evento di
Hiroshima ha scatenato venti di circa 300 nodi (circa 550 km/h). Nel caso di distruzione della gasiera,
ad esempio da parte di un attacco terroristico, ci si aspettano venti circa 20 volte più deboli, ovvero
intorno ai 25 nodi, che impiegherebbero a raggiungere le città circa 30 minuti, non si avranno
radiazioni nucleari e nessun ‘impulso elettromagnetico, ma, in compenso, il picco del fenomeno non
si esaurirebbe in pochi secondi, ma potrebbe durare molto di più, con devastazioni energeticamente
25 volte superiori a quelli di Hiroshima.
Queste tesi sono confermate anche da uno studio preparato per il Pentagono nel 1982 (allegato alla
petizione del Comitato del febbraio 2006 che ha raccolto 7000 firme) che afferma che l’energia
sprigionata da una gasiera con un serbatoio di 125 mila metricubi sarebbe equivalente a 55 bombe di
Hiroshima prive di radiazioni.
Possibile effetto domino, in caso di esplosione con altri siti ad alto rischio come i depositi costieri di petrolio e raffinati, la raffineria di Stagno, e non ultimo la base militare USA di Camp Darby.

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