Mi spiego, partendo come presupposto che Nieztche afferma:
«L'alternativa fondamentale è quella tra il dominio della filosofia sulla religione o della religione sulla filosofia: non è quella, come invece fu per Platone o Aristotele, tra vita filosofica e vita politica; per Nietzsche, a differenza che per i classici, la politica appartiene fin dal principio ad un piano inferiore rispetto a quello della filosofia o della religione. Nella prefazione [del capitolo sulla religione] egli [Nietzsche] dichiara che il suo precursore par excellence non è un politico, e neppure un filosofo, bensì l'homo religiosus Pascal (cfr. aforisma 45)». Ora il filosofo assume il ruolo del pensatore ateo sì, ma «un ateo che aspetta un Dio», rivelatore di un'inaudita differenza qualitativa tra una dottrina esoterica nascosta da un linguaggio in codice, dis-velabile solo a pochi eletti, ed una dottrina essoterica rivolta alle masse. «Il filosofo del futuro è un erede della Bibbia. Egli eredita quel rendersi profondo dell'anima, che è il risultato della fede biblica in un Dio che è sacro. Il filosofo del futuro, in quanto distinto dal filosofo classico, sarà occupato dal sacro. Il suo filosofare sarà intrinsecamente religioso. Ciò non vuol dire che egli creda in Dio, il Dio biblico. Egli è un ateo, ma un ateo che aspetta un Dio, che non ha ancora rivelato se stesso».
(tratto da " La presenza di Nietzsche in alcuni protagonisti della storiografia filosofico-politica del '900" di Francesco Saverio Festa. «La presenza di Nietzsche in alcuni protagonisti della storiografia filosofico-politica del '900». Dialegesthai. Rivista telematica di filosofia [in linea], anno 11 (2009) [inserito il 20 dicembre 2009], disponibile su World Wide Web:
Nietzsche: "Siamo stati noi ad ucciderlo: voi ed io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto questo? […] Che mai facemmo, a sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov'è che si muove ora? Dov'è che ci muoviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all'indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si è fatto più freddo? Non seguita a venir notte, sempre più notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo dunque nulla?... Dio è morto! ... E noi l'abbiamo ucciso!" (La Gaia scienza, Ed. Adelphi, pagg. 129-130).
Il brano che ti ho citato fa parte di uno dei testi più suggestivi della letteratura filosofica. Nietzsche mette in bocca all'uomo folle (fuori metafora il "filosofo profeta") l'annuncio della "morte di Dio" con la sua drammatica conseguenza: il senso di smarrimento, la perdita di certezza, il venir meno di punti di riferimento. Cosa ne dici?
Feuerbach, indubbiamente, mette in evidenza questo stato d'animo che deriva dalla tesi secondo cui Dio è la stessa umanità, un'umanità progressivamente più... sciente e potente. Nietzsche, invece, sottolinea il senso di smarrimento che deriva dalla morte di Dio.
Per Nietzsche la "morte di Dio" consumata dall'ateismo contemporaneo è un evento drammatico, non ha nulla di esaltante: l'uomo - senza Dio - non trova più un rifugio, perde qualsiasi consolazione, è di fronte ad un mondo privo di qualsiasi significato.
Pertanto ritengo che anche un profondo ateo come Nietzsche lo sia nella forma più vicina a noi, ma non in quella assoluta magari cercando di aspirare ad un Dio suo, ma sempre un Dio e quindi non una concezione assolutamente e incondizionatamente materialistica e senza un dopo, senza una eternità.
Sopratutto questo ultimo concetto ovvero credere in un Dio che forse dovrà ancora manifestarsi ma che comunque lo farà .... prima o poi, ed in eterno sconfessando il senso del niente.
Giammarco
Contrariamente da i discorsi appena fatti, non mi sento per niente smarrito, anzi mi sento molto presente e ben consapevole, e non sento necessità di un altra vita dopo la morte, quindi continuo a non aver bisogno di credere in babbo Natale per essere Felice nel presente...Tutto qui... Mi dispiace per quelli come te che hanno bisogno di credere in qualcosa di inesistente per acquisire una sicurezza che in me, e altri, è presente naturalmente..
RispondiEliminaUn commento sull'affermazione di Nieztche sull'essere Ateo me l'hai proposta Tu e quindi mi sono limitato a cercare di farlo documentandomi e riportando solo quello che affermati studiosi sostengono.
RispondiEliminaGuarda che la tesi che ho proposto di commento a Nieztche la puoi trovare non solo nell'articolo che ho inserito nel blog, ma anche da tantissimi altri esperti, pertanto è una tesi ampliamente accertata e condivisa dal mondo accademico.
Riguardo poi al fatto che Tu rimanga convinto e consapevole della assoluta necessità nel credere in un NULLA dopo la morte, è Tuo pieno diritto e non ho nessuna intenzione di fare opera di convincimento, anche perchè sono un sostenitore del detto " Chi Vuole Cristo se lo preghi" al contrario di quanto la Mia Chiesa vorrebbe.
Certamente una delle mie colpe, come fervente credente e praticante, è sicuramente è quella di non riuscire a fare opera di conversione verso chi non crede, e soprattutto che verso colui che non ha intenzione di ascoltare.
Infine penso che non sia giusto che Tu affermi di essere dispiaciuto per le persone che hanno bisogno di credere per avere certezze e fiducia. Non c'è motivo di dispiacersi per un atteggiamento, una fede, un modo di vivere di altri simili, in quanto Noi sappiamo d'essere dalla parte della ragione e ne siamo non convinti ma assolutamente certi, e i numeri ci danno ragione se vogliamo metterla sul piano della statistica.
Miliardi di uomini e donne nel mondo civile e non, credono in qualcosa, un Dio, in un certo numero di Dei, in un aldilà spirituale, negli extra-terrestri, ognuno a modo suo CREDE. Non siamo solo noi Cristiani Cattolici, Protestanti, Ortodossi, etc. , ma anche Ebrei, Musulmani, Buddisti, Induisti, Sciamani e chi più ne ha più ne metta. Pertanto se c'è una minoranza assolutamente non credente che non accetta neppure il dialogo e la più lontana possibilità di esistenza in un'aldilà, quella è la Tua e forse sarebbe il caso che fossi Io ad esserne dispiaciuto, ma non lo dico e neppure voglio pensarlo perchè come ti riconfermo Io ho il massimo rispetto delle idee altrui anche se nettamente opposte. Anzi sarò sempre un accanito sostenitore delle idee altrui e delle minoranze di qualsiasi tipo.
Ovviamente non mi fraintendere non ho detto minoranza in senso dispregiativo e classista solo un modo per riferirsi a quello che hai scritto ..."che in me, e altri,è presente naturalmente." .