Il tuo occhio sia vigile

Il tuo occhio sia vigile

lunedì 10 maggio 2010

LA MIA VITA (tra fantasia e realtà) ...............................1° capitolo

Ventiquattro Agosto Millenovecentocinquantaquattro

Poteva essere un giorno qualunque, sicuramente una giornata calda e afosa anche qui a Pisa presso la Clinica privata di Via Manzoni gestita da un ordine di Suore, CASA DI CURA SUORE DELL'ADDOLORATA, anziché al vecchio anzi Antico Ospedale di S.Chiara.
La Torre Pendente e Piazza dei Miracoli certamente era affollata da turisti e studenti della rinomata Università degli Studi di Pisa.
La vita d’ogni singola persona era allora, molto più calma ma vissuta con una frenesia ed un’allegria certamente più gioiosa d’oggi; era la reazione agli avvenimenti della tristissima e sofferta tragedia della 2’ guerra Mondiale indubbiamente superata ed alle spalle, ma fissata nella mente di tutti.
La vita d’alcune famiglie di Marina di Pisa certamente doveva cambiare, e tutti si auguravano che quel sospirato ed auspicato lieto evento fosse il primo di una nuova generazione che non fosse stato marcato indelebilmente dalla guerra.
Nonno Corradino fremeva in maniera particolare, infatti, sarebbe stato il suo primo nipote maschio e di questo, allora, non si poteva esserne certi fino all’ultimo minuto, al primo della nuova vita.
Nonno Mario indubbiamente felice, per il suo Franchino, era già al suo secondo nipote maschio.
Nonna Imma con la sua mamma, Nonna Nella, certamente erano piene di gioia e di Preghiere per il Ns. Signore che concedesse quella benedetta creatura.
Nonna Linda sarà stata certamente felice al pari degli altri, ma sinceramente non mi sono mai posto in tempi successivi la domanda da rivolgerle sul suo stato emotivo per quell’evento.
Per gli altri nonni certamente questi domanda negli anni a seguire era del tutto ininfluente, perché spesso mi hanno parlato di quei momenti.
Babbo Franco e Mamma Grazia saranno stati indubbiamente felici, belli e innamorati di tutto e di tutti come ogni coppia al suo primo figlio.
Infine c’era anche Zia Tetta, ancor giovane ma già cosciente di quello che sarebbe accaduto e che forse avrebbe potuto cambiare anche la sua giovane adolescenza.
Andrea, mio cugino, sicuramente troppo piccolo, avrà seguito Zio Ivano e Zia Emilia quando saranno venuti a trovarmi in Clinica.
Preoccupazione e paura erano presenti ed aleggiavano sopra di ognuno di loro rendendo l’attesa certamente palpitante e la speranza che tutto finisse presto e bene sia per mamma Grazia e suo figlio o figlia, chissà, come Dio aveva da sempre deciso.

Il parto, infatti, non si presentava normale ed il parto cesareo incombeva.


Dio, nonostante le forti sofferenze di mamma, mi volle ed eccomi sono qui in mezzo a tutti voi.


Giammarco (Oggi)
Gianmarco (Allora)
Giovanni Marco (per la Chiesa)
Emanuele, Maria, etc. (2’, 3’.…. Nome)


Un vero enigma questo nome, infatti, mamma avrebbe voluto Giovanni, in ricordo di suo nonno paterno.
Babbo avrebbe voluto Marco, come il figlio di un suo amico, per questo il risultato fu inevitabile, “Gianmarco”.
Diciotto anni dopo, in occasione del mio diploma ho scoperto che il solerte funzionario del Comune di Pisa addetto all’anagrafe con un suo imperdonabile errore mi aveva affibbiato l’inedito ed immotivato nome Giammarco, ed io ho scelto questo, anche per non complicarmi la vita con tutte le pratiche burocratiche per farlo cambiare.

Nessun commento:

Posta un commento

Inserisci quì il Tuo commento