Il tuo occhio sia vigile

Il tuo occhio sia vigile

venerdì 31 dicembre 2010

CAPODANNO






Sinai
"Il Roveto Ardente"



Ho letto su F.B. un commento di unn amico di rete che ha pubblicato un pensiero di Antonio Gramsci sulla festività di fine anno, il Capodanno, lo voglio ripubblicare perchè ritengo sia una verità in cui mi riconosco a pieno.

CAPODANNO
Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è capodanno. Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo b...ilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. (...) la data diventa un ingombro, un parapetto che impedisce di vedere che la storia continua a svolgersi con la stessa linea fondamentale immutata, senza bruschi arresti, come quando al cinematografo si strappa la film e si ha un intervallo di luce abbarbagliante. Perciò odio il capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno preventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita intensa e voglio fare un tuffo nell’animalità per ritrarne nuovo vigore. Nessun travettismo spirituale. Ogni ora della mia vita vorrei fosse nuova, pur riallacciandosi a quelle trascorse. Nessun giorno di tripudio a rime obbligate collettive, da spartire con tutti gli estranei che non mi interessano ...
ANTONIO GRAMSCI

Queste parole esprimano pienamente quanto credo delle festività in genere, ma soprattutto per quelle ricorrenze "Terminali", come il Capodanno, le feste di addio, le rimpatriate con persone che non vedi da anni, etc..
In queste parole c'è il senso di speranza, di proponimento che solo un filosofo riesce ad esprimere e mettere su carta, allo stesso tempo leggerle mette  ancor più nostalgia e tristezza per le cose che avresti voluto fare e che non hai fatto o potuto fare, e soprattutto non avere più al proprio fianco le persone più care che hanno condiviso le tue storie di vita.
Un pensiero a Loro con tanta nostalgia.

venerdì 19 novembre 2010

PERCHE' FILIPPO? PICCOLO GRANDE UOMO!

Perchè Filippo? Perchè l'hai fatto? non lo sapremo mai più ormai, e non c'è l'hai voluto dire, anche se hai lasciato un ultimo biglietto con quel Tuo messaggio che nega e contrasta quello che tutti pensavano di Te.
"Mi sento incompreso in famiglia......". Perchè l'hai fatto, perchè, perchè,perchè,.....!!!
Queste sei lettere tanto interrogative e misteriose non ci lasceranno mai, ma soprattutto ci lascieranno un vuoto enorme. Non chiediamoci "Perchè" l'hai fatto chiediamoci "Perchè" non lo sappiamo. In questi due giorni tutti hanno cercato di trovare argomentazioni e  giustificazioni al Tuo gesto, ma nessuno saprà dirci "Perchè".
11 anni, bravo in tutto, anzì bravissimo, non ti mancava nulla, apparentemente, eri il preferito dai professori, dall'allenatore di calcio, dai tuoi compagni, di cui sembra tu fossi un begnamino con quel tuo carattere gioioso, sempre pronto alla battuta, un vero leader. E allora cosa manca in tutto questo bel mondo da favola, tutto bello, luminoso e perfettino? Io penso, molto modestamente, che tutto l'affetto che questa nostra società, nei suoi più remoti angoli come appunto la famiglia, la scuola, lo sport, dimostra di avere, è un affetto, un amore asettico, ovvero senza vera e profonda convinzione e sensazione di essere vicino al tuo caro, al tuo amico, etc.etc..
Non voglio dire che chi Ti ha mostrato amore e affetto come la mamma, il babbo, il nuovo fratellino, la cara nonna, gli amici, non sia stato vero sentimento di amore e affetto, sicuramente un sentimento profondo e sentito,però ritengo che questa nostra società oramai da decenni affogata dallo stress e dal caos delle proprie convinzioni e punti di riferimento, ha trasformato l'esternazione dei nostri sentimenti in gesti apparentemente sinceri e desiderati, ma in verità sfuggenti e talvolta carichi di preoccupazioni e pensieri amari.
Nel cosmo dei bambini però questo non avviene , loro sono sempre impermeabili a queste nostre mature sensazioni, loro sono sempre come eravamo tutti noi nei secoli passati, come forse ancora possiamo trovare tra le tribù nelle parti del mondo meno civilizzato. Non vi chiedete perchè anche se nell'estrema povertà, nel bisogno di ogni cosa, con il perenne rischio di essere annientati da tutto, quelle povere anime hanno sempre un approccio alla vita sereno, gioioso e sorridente. Noi non sappiamo più essere sinceramente e profondamente felici, felici di quella gioia di vivere comunque e dovunque. Questo i bamnbini lo sentono e lo percepiscono al di là di qualsiasi cosa, e Tu Filippo, particolarmente sensibile, e buono l'hai sentito e ne hai sofferto. Nessuno di noi , la famiglia soprattutto, la scuola  riesce più ad accorgersi di questo bisogno profondo di vicinanza più che di affetto, ecco appunto la parola giusta, "la vicinanza", il bisogno talvolta del contatto fisico quasi a voler dimostrare che le parole non bastano, i buoni intenti, le buone azioni, non sono sufficienti a tenere in vita un bambino di 11 anni, che ha voluto esprimere questo suo profondo disagio con un gesto anche troppo grande per un adulto. Probabilmente sei sempre riuscito a mascherare questa Tua necessità di vicinanza di contatto, con la Tua  estroversità, con il Tuo umorismo, con la Tua bravura.
Filippo come ci fai sentire nullità, inetti di fronte a questo Tuo disperato gesto, il Tuo tema che abbiamo letto sui giornali, è il Tuo manifesto contro tutti e contro tutto. Il tuo giudizio sulla felicità è per me emblematico e nello stesso tempo profondo, gocciolante di tristezza e amarezza, quel tuo giudizio sembra più la descrizione di un sentimento di paura e di terrore piuttosto che di Amore, " la felicità è quel sentimento profondo che ti fa drizzare i capelli, strabuzzare gli occhi fuori dalle orbite etc.etc.". Caro e sconosciuto Filippo quale travaglio hai passato dentro di Te per arrivare a fare questo insensato gesto. Mi auguro solo che Tu non abbia avuto il tempo di capirlo, e soprattutto che Tu non sia stato attanagliato dalla paura di non poter tornare indietro nell'ultimi istanti della breve vita, nel Tuo gesto estremo.
Filippo mi hai fatto sentire improvvisamente svuotato da qualsiasi forza e mi hai fatto profondamente sentire male, ho pianto come un bambino, come Te, anzì forse come avresti dovuto fare Te, e forse non l'hai fatto volendo dimostrare di essere sempre grande, più grande di quanto avresti dovuto dimostrare. Le vicende della vita ti hanno portato ad essere più grande del dovuto, e probabilmente il Tuo cuore, il Tuo cervellino non ha retto.
Un bacio Filippo, un bacio grande un'eternità, avrai sempre posto nei nostri pensieri e nelle nostre preghiere, corri finalmente libero da angoscie e timori nei campi di calcio del Paradiso, è li che hai fatto il Tuo più bel Gol.    Ciao.

martedì 26 ottobre 2010

UN PO' DI STORIA.......LITORANEA 3. Le Colonie

Colonia Firenze Costruita ad opera della Federazione Fasci di Combattimento di Firenze, inaugurata nel 1932. Ha una struttura particolarmente caratteristica: un lungo corridoio parallelo alla spiaggia su cui si innestano, perpendicolarmente, sette padiglioni disposti a pettine parallelamente. Il corridoio tra un padiglione e l’altro è vetrato. Copertura a capanna, mattoni a vista, motivi decorativi in cotto. È passata in proprietà alla Regione Toscana.

Colonia Regina Elena Completata nel 1933, di proprietà dell’Ospedale di Livorno, da cui era partito il progetto di Città elioterapica. Progetto dell’arch. Ghino Venturi. E’ costituita da tre corpi legati tra di loro: due simmetrici e disposti parallelamente al mare, il terzo spostato verso la strada. Passò all’Opera Previdenza delle Ferrovie ancora prima della guerra. Vista dall'alto, richiama la forma di un fascio littorio: un edificio (cucine e refettorio) rappresenta la lama, mentre il fusto è costituito dagli edifici destinati ai dormitori, ai locali di svago e per le funzioni direttive.

Colonia Principi di Piemonte Completata nel 1933, fatta costruire per i figli del personale dell’Aeronautica Militare. È caratterizzata intenti simbolici e propagandistici, a partire dalla planimetria che, pur non percepibile da terra, rappresenta un aeroplano puntato verso il mare: i due blocchi perpendicolari al mare rappresentano rispettivamente la testa e la coda, il corridoio che li unisce, il corpo centrale, costituito da un percorso coperto, completamente finestrato, che ospitava i servizi direttivi, rappresenta la fusoliera dell’immaginario velivolo, mentre la coda ospitava le cucine ed il refettorio, e le ali i dormitori. Gli intenti allegorici si esprimono anche nelle sette colonne che sostengono il pronao verso il mare rappresentano gli ideali pilastri del regime: il Governo, il Gran Consiglio del Fascismo, il Consorzio Nazionale delle Corporazioni, l’Esercito, la Milizia, gli Avanguardisti e Balilla, e le Giovani e Piccole Italiane. Colonia Rosa Maltoni Mussolini Intitolata alla madre del Duce e inaugurata nell’estate del 1933, su progetto del famoso architetto Angiolo Mazzoni, risalente al 1926. Doveva essere completata agli estremi da due edifici semicircolari di cui fu realizzato solo quello a sud (Esedra, in cui vennero collocati due dormitori e una palestra). La parte Nord del complesso era destinata all’Opera Previdenza delle Ferrovie, la parte Sud a quella delle Poste e Telegrafi. Funzionò anche come Collegio per orfani. La parte Sud, passata nel dopoguerra alla Charitas Tridentina, ha assunto il nome di Regina del Mare. L’impianto planimetrico è mastodontico, e, se visto dall’aeroplano, appare come uno stilizzato fascio littorio.

La Rosa Maltoni è la Colonia più grande del Calambrone (14.000 mq) e insieme alla Colonia Fasci Italiani all’Estero, è la più interessante dal punto di vista architettonico. Presenta una struttura aperta con corpi orizzontali che si levano come parallelepipedi delle lunghe balconate e dalle altissime vetrate curve. Davanti all’edificio, verso il mare, si innalzano due serbatoi per l’acqua che si presentano come torri cilindriche di colore arancione, avvolte da una ripida scala esterna a spirale, di colore grigio piombo. Sorprendente è il colore degli intonaci e degli infissi (arancione vivo, rosso, cinabro), ma anche quello degli interni: il corallo dei letti e il rosa delle porte. L’adesione nel 1933 di Mazzoni al futurismo ha fatto ascrivere questa Colonia alle architetture futuriste.

Colonia Figli Fasci Italiani all’Estero Realizzata nel 1935 su progetto degli arch. Paniconi e Pedicone. Inaugurata nell’estate del 1936 con un successivo ampliamento nel 1937. Ha una struttura a padiglioni a pianta aperta verso il mare in stile puramente razionalista, con finestre in lunghezza, pilotis, copertura piana. Una particolarità è la torre di comando, che si eleva in prossimità della strada, che evoca la sovrastruttura di una nave militare. Nella pineta sorgeva un grande teatro all’aperto. E’ la più meridionale delle Colonie storiche del Calambrone e insieme alla Rosa Maltoni è la più significativa dal punto di vista architettonico. Fu fatta costruire dall’Ente Figli Fasci Italiani all’Estero e doveva accogliere per il periodo delle loro vacanze estive i figli di italiani residenti all’estero. Nel dopoguerra passò ad una Fondazione dai compiti simili che la gestì fino alla fine degli anni sessanta allorché subentrò la Regione Toscana. Alcune parti sono state utilizzate dal Teatro Verdi come magazzino per le scene e i costumi. Nel padiglione sud per un certo tempo vi furono alloggiate famiglie di senzatetto. La parte costruita al di là della strada nella pineta fu utilizzata nel dopoguerra, fino al 1972, come Ospedale militare dell’esercito americano di stanza a Camp Darby che ne modificò pesantemente la planimetria interna. Successivamente fu utilizzato come deposito materiali della Regione e della Protezione Civile.

Colonia Vittorio Emanuele III Inaugurata nel 1938, iniziata quattro anni prima per conto del Consorzio Antitubercolare di Pisa. Progettista: ing. Gino Steffanon dell’Amministrazione Provinciale di Pisa. Il fronte strada è contraddistinto da una certa monumentalità. Nella planimetria si può riconoscere la sagoma di un bambino con le braccia levate proteso verso un abbraccio, logo della Campagna Antitubercolare, diffuso dall’O.M.N.I. (Opera Nazionale Maternità e Infanzia). Il lato mare è caratterizzato da due gruppi scala spiraliformi aperti su un angolo, cioè non vetrati. Nel dopoguerra è passata in proprietà della Regione Toscana, utilizzata prima come scuola e successivamente come sede dell’A.N.P.A.S.S. (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze). Venduto a privati nel 2007

Colonia Marina Costanzo Ciano Ultima ad essere inaugurata (1939), fu costruita per uso dell’Ente Assistenziale dei Vigili del Fuoco per il quale funziona ancora oggi come Casa per le vacanze, con il nome di Santa Barbara.

Centro Servizi E’ un gruppo di edifici costruito fra il 1932 e il 1934 sul lato interno del Viale del Tirreno (all’epoca Viale XXVIII ottobre), nella pineta, di fronte alla Colonia Regina Elena. Comprendeva una infermeria, la Chiesa, la direzione sanitaria, ambulatori, locali per uffici, una lavanderia centralizzata e una centrale di teleriscaldamento e altri due edifici per alloggi e magazzini.














UN PO' DI STORIA.......LITORANEA 2. CALAMBRONE le origini


All’inizio del Novecento Calambrone (da Caput Labronis) era una vasta area paludosa e disabitata che si estendeva a nord del confine fra il Comune di Pisa e quello di Livorno, segnato dal Fosso omonimo. A partire dal 1925 Calambrone, che faceva parte della Tenuta Reale di Tombolo, fu oggetto di una vasta opera di bonifica. Negli anni successivi si realizzò a Calambrone il progetto di città elioterapica fortemente voluto dall’Ospedale di Livorno e che aveva trovato il potente l’appoggio di Costanzo Ciano, Ministro degli Esteri del governo fascista. Calambrone, nell’arco di pochissimi anni, si trasformò un prestigioso Centro di Colonie e Istituti per cure marine, destinato essenzialmente ai bambini. Nacque, così, fra la spiaggia e il Viale XXVIII ottobre, oggi Viale del Tirreno, una piccola Città dell’infanzia, isolata dal tessuto edificato circostante e resa autonoma grazie ad un proprio Centro di Servizi con annessi Chiesa, direzione sanitaria, ambulatori medici, uffici, lavanderia, magazzini, centrale termica e autorimessa. Dal Telegrafo del 4 agosto 1932: “Sorge la città del Calambrone, come Venere dalle acque, tutta bella, ridente e nuova, e schiere di bimbi la popoleranno”.

Talassoterapia e Elioterapia

A Calambrone trovarono realizzazione le idee del medico fiorentino Giuseppe Barellai (1813-84) il quale propugnava la talassoterapie e la elioterapia come le uniche forme a quei tempi disponibili per la cura di rachitismo, scrofola, malattie tubercolari (fra le maggiori cause dell’altissima mortalità infantile): Le sue teorie avevano incentivato la costruzione di Istituti marini terapeutici e ospizi nonché di stabilimenti e centri climatici lungo i litorali toscani, intesi come luoghi ricreativi (villeggiatura), ma anche di cura.

Il fascismo e le Colonie climatiche

Queste indicazioni di tipo medico vennero riprese in modo organico dal regime fascista per il quale le Colonie, marine o montane che fossero, assunsero un ruolo rilevante all’interno di un programma di prevenzione sanitaria indispensabile per la difesa e il sano sviluppo della razza e per l’abbattimento della mortalità infantile che nel quinquennio 1921-25 si aggirava ancora intorno al 30%. Ma il regime fascista attribuiva alle Colonie non solo un ruolo sanitario e terapeutico, ma anche di formazione fisica e spirituale dell’uomo nuovo fascista. Di fatto le Colonie dovevano essere anche un veicolo di indottrinamento e una occasione di addestramento paramilitare delle giovani generazioni. La capitale di questo piccolo mondo che vide i bambini in fila per due tuffarsi fra le onde e vivere ventiquattr'ore su ventiquattro in comunità rigidamente organizzate fu Calambrone dove migliaia di bambini italiani, nel periodo fra le due guerre, hanno conosciuto per la prima volta il mare.

Alcune date:
1925
Inizio della bonifica nella Tenuta di Tombolo
1932
Ente Autonomo Tirrenia, voluto dai gerarchi Costanzo Ciano di Livorno, Ministro degli Esteri, e Guido Buffarini, Podestà di Pisa, con il compito di coordinare lo sviluppo dell’area compresa fra Marina di Pisa e il Fosso Calambrone (nascita di una nuova località balneare a Tirrenia, Stabilimenti Cinematografici Pisorno, creazione al Calambrone di un centro specializzato di Colonie per l’infanzia). Fu disciolto nel 1982

1932
Istituzione del Consorzio Elioterapico per unificare e coordinare la gestione e lo sfruttamento dell’area, con sede in un Centro Unico di Servizi

Estate 1932
Colonia Firenze

Ottobre 1932
Inaugurazione della Linea Ferroviaria Pisa-Marina-Tirrenia-Livorno (il Trammino)

1933
Colonie Principi di Piemonte, Villa Rosa Maltoni Mussolini

1934
Colonia Regina Elena

1934
Centro Servizi

1934
Stabilimenti Cinematografici Pisorno
1935
Colonia Marina Femminile Figli Fasci Italiani all’Estero

1938
Colonia Vittorio Emanuele III
1939
Colonia Marina Costanzo Ciano

Vita in Colonia
Gli ospiti delle Colonie erano bambini prevalentemente tra i sei e i dodici anni e per lo più appartenevano a famiglie bisognose. Il soggiorno durava generalmente 15 giorni. All’arrivo veniva dato loro un corredo completo di vestiario e venivano divisi in squadre in base all’età e allo sviluppo fisico. La vita in Colonia era molto rigida, scandita da precisi orari e da severa disciplina. Le squadre si spostavano sempre inquadrati in fila per due. I ragazzi erano sottoposti alla continua assistenza dei sorveglianti e delle educatrici, di solida fede fascista e formate attraverso corsi specifici. La giornata iniziava con la cerimonia dell’alzabandiera, seguita da una mezz’ora di esercizi e poi dalla colazione. Nell’ora successiva veniva impartito un po’ di indottrinamento ai valori del regime. Poi si andava in spiaggia per il bagno di sole (un’ora sotto ampi tendoni per fare rilassamento ed esercizi di respirazione), poi seguiva il bagno in acqua (una mezz’oretta). Alle 13 il pranzo, seguito da un breve riposo. Poi un altro indottrinamento, seguito da una marcia lungo la spiaggia, quindi ginnastica e giochi di squadra. Cena, e alle ventuno tutti a letto nelle grandi camerate. L’alimentazione era abbondante e ispirata a norme dietetiche, per un buon sviluppo fisico dei ragazzi. Le due settimane trascorse in Colonia rappresentavano, per i giovani del popolo, un’esperienza memorabile di vita collettiva, lontano dalla famiglia, e costituivano una sorta di preparazione alla vita adulta e alla dedizione allo Stato.

L’architettura:
Le sette Colonie del Calambrone costruite negli anni Trenta all’interno di un organico disegno politico ed ideologico, rappresentano un episodio di rilevante valore urbanistico e architettonico. Nel loro complesso si ispirano alla città di linee continue, teorizzata nel Manifesto dell’Architettura aerea di F. T. Martinetti, A. Mazzoni e M. Somenzi) con una distribuzione lungo assi paralleli all’arenile e alla pineta. Forte è anche l’influsso dello stile razionalista soprattutto nell’uso di materiali per quei tempi innovativi (vetro, cemento armato, acciaio). La planimetria di molte Colonie è segnata da una evidente simbologia (aereo puntato verso il mare, il logo dell’Organizzazione Maternità e Infanzia, il fascio littorio) a testimonianza della funzione ad esse assegnata di veicolo di propaganda dei valori del fascismo.

Elementi strutturali:
Le Colonie sono caratterizzate da grandiosità d’impianto, grande altezza dei soffitti e ampiezza degli spazi collettivi: cucina, refettorio, camerate, palestre, aule per l’istruzione, saloni per la ricreazione, terrazze per i bagni di sole e grandi spazi all’aperto per le adunate, l’alzabandiera, le attività sportive, le marce, le esibizioni ginniche. In alcune è presente la Cappella e/o il teatro o il cinema all’aperto. E’ frequente una verticalità nelle enormi aperture finestrate, e, soprattutto nelle facciate, una spiccata monumentalità. Sul piano tecnico, infine, è da ricordare che tali applicazioni furono concretamente rese praticabili dalla comparsa delle possibilità offerte dalla disponibilità di nuovi materiali da costruzione, da poco entrati in diffusione; ci si riferisce all’acciaio, al vetro, e, in modo particolare, al cemento armato, le cui caratteristiche si rivelarono indispensabili alla realizzazione strutturale dei nuovi ampi spazi, alla copertura delle grandi luci, alla soluzione statica delle torri, dei depositi idrici, delle pensiline e dei pilotis, elementi che andarono proliferando come corredo costante delle colonie del fascismo.

Le sette sorelle: le Colonie storiche del Calambrone
Le Colonie storiche del Calambrone rappresentano un fenomeno sociale, culturale e storico e architettonico di grande rilevanza a livello nazionale.

UN PO' DI STORIA.......LITORANEA 1. Pisorno, il cinema nato da una palude. Storia degli stabilimenti cinematografici creati a Tirrenia con i soldi degli Agnelli

(il Tirreno — 11 agosto 2001)
Quando Federico Fellini venne a Livorno con Tullio Pinelli, nel 1947, per preparare il soggetto di «Senza pietà», il film che sarebbe stato diretto da Alberto Lattuada, mi chiese subito cosa n'era stato della Pisorno. Cronista alle prime armi del «Tirreno», ero stato incaricato di guidare Fellini e Pinelli alla scoperta di Tombolo. Non sapevo bene chi fosse Fellini, ammiravo invece Pinelli, autore, prima della guerra, di un lavoro teatrale molto bello, «La pulce d'oro». Con Fellini incorsi in una gaffe. Lui citava gli attori del film, Carlo Del Poggio, moglie di Lattuada, Folco Lulli, John Kitzmiller, un capitano americano di colore, Giulietta Masina, e a me scappò detto: «Questa Masina chi è?». «E' mia moglie» rispose Fellini, senza mostrarsi offeso. Pinelli rise divertito. D'altronde, nel 1947 la Masina era pressoché una sconosciuta, aveva avuto solo una parte secondaria in «Roma città aperta», un film stroncato dalla critica ufficiale in cui Fellini era stato sceneggiatore, con Pinelli. Ma veniamo alla domanda sulla Pisorno. «Gli americani l'hanno trasformata in un magazzino, ma ora stanno liberandola» risposi. «Peccato» disse Fellini, «era nata da una costola di Cinecittà». «Ti sbagli» intervenne Pinelli. «Cinecittà è venuta dopo la Pisorno. Sai, io sono cresciuto nella Torino che era la capitale del cinema italiano. Di conseguenza ho seguito la vicenda della Pisorno che prometteva di far risorgere il nostro cinema. Oltrettutto la Pisorno fu costruita con i soldi di Torino, degli Agnelli per la precisione. E senza il cinema, qui, non ci sarebbe stata Tirrenia». In realtà Tirrenia compare fin dal 1933 tra i piani regolatori delle nuove città programmate dal facismo, a cominciare da quelle sorte nell'Agro Pontino. Ed è del 1932 l'istituzione dell'Ente Autonomo Tirrenia per valorizzare turisticamente il litorale pisano. Il bando di concorso, nel 1934, spiega «che Tirrenia sorgerà di fronte a una magnifica spiaggia renosa, dovrà essere per modernità, eleganza e razionalità, quanto di meglio può offrire oggi l'urbanistica moderna e superare quanto esiste in questo campo sulle più progredite spiagge d'Europa». Il territorio del piano regolatore di Tirrenia era delimitato da torrente Calambrone e Reale Tenuta di Tombolo. Il concorso lo vincerà l'ing. Federico Severini di Pisa, preferito all'architetto fiorentino Coppedè e ad altri quattro progettisti. Ma è pur vero che Tirrenia decolla con la Pisorno, il centro cinematografico di Giovacchino Forzano. La decisione di crearlo fu presa a Torino dove Forzano aveva girato il film «Villafranca»; tratto dal suo dramma storico scritto in collaborazione con Mussolini. Il film aveva ricevuto l'aiuto finanziario di Edoardo Agnelli, il figlio del senatore Giovanni. Ed entrambi assistettero alla sua presentazione. Forzano racconta: «A conoscenza com'era dei retroscena finanziari e delle difficoltà che avevo incontrato per realizzare `Villafranca' in mancanza di teatri in grado di girare il sonoro, Giovanni Agnelli disse a Edoardo e a me: `Questa industria del cinematografo è destinata a un avvenire grandioso. Perché non cercate di fare dei teatri adatti alla nuova tecnica del sonoro?'. Il consiglio di Giovanni Agnelli mi elettrizzò e d'accordo con Edoardo presi a studiare dove costruire questi benedetti nuovi teatri». Forzano ha scritto: «Dove costruirli? Perché il girare gli esterni non dovesse costare troppo, io pensavo di scegliere un posto ricco di possibilità naturali e facile da raggiungere. Un giorno incontrai il senatore Martelli di Vinci, il paese di Leonardo, e lui mi disse: `So che volete tirar su dei teatri cinematografici. Perché non vai a vedere Tirrenia'. `E dov'è Tirrenia?'. E' fra Livorno e Pisa, ma forse un giorno sarà tutta una città con Marina di Pisa'. Andai a vedere Tirrenia. Era tutta una palude, non c'erano che vipere e rospi. C'era una sola costruzione, l'antica torre della Guardia di Finanza, un fortino chiamato Mezzaspiaggia. Però, pensando che bonificando il posto avremmo potuto renderlo bellissimo, e dato che gli esterni, dal mare alla montagna al fiume e alla foresta, erano tutti lì, l'idea mi piacque. Pregai il caro Edoardo di venire a vedere Tirrenia. Da prima rimase anche lui un po' indeciso, poi si convinse e cominciammo a costruire i primi teatri adatti a girare i film sonori. I primi in Italia». E così sorge la Pisorno a metà strada tra Pisa e Livorno. Il terreno per lo stabilimento viene in parte acquistato, centomila metri quadri a 0,25 lire il metro, e in parte affittato, altri centomila metri a un milione l'anno. Per costruirlo si spendono 500mila lire. Il capitale è degli Agnelli e dell'industriale Salvatore Persichetti, che aveva deciso di tentare l'avventura del cinema e in seguito costituirà a Roma la prima casa italiana di doppiaggio. L'architetto è Antonio Valente, che si è affermato come scenografo a Parigi e a Berlino. Nel 1934 Pisorno viene definita la piccola Hollywood del Tirreno. Cinecittà sarà fondata solo nel 1937. Primo film prodotto a Tirrenia, con gli esterni girati nell'isola d'Elba, è il napoleonico «Campo di Maggio», soggetto di Forzano e di Mussolini. Nel 1935 la grande varietà di esterni tra Pisa e Lucca, permette a Luis Trenker, campione di sci, attore e regista, di realizzare il western «L'imperatore della California». Alla corte di Forzano, detto «il duce del cinema», vengono Amedeo Nazzari, Alida Valli e Gino Cervi, Assia Noris e Vittorio De Sica, Paola Barbara, che l'estate si fanno ammirare sui primi bagni di Tirrenia. La cittadella balneare è lanciata. La frequentano soprattutto i pisani. Meno i livornesi che preferiscono l'acqua di scoglio. Un trenino nel 1932 collega Pisa al Calambrone e dal 1935 prosegue per Livorno, stazione a Barriera Margherita. La spiaggia che dal Calambrone va a Marina di Pisa è molto accogliente. Presto, verso Livorno, sorgono gli istituti elioterapici e le colonie per la gioventù. Il lato negativo di Tirrenia, all'inizio, è rappresentato dalle zanzare. Ma i sofferenti di asma trovano refrigerio nella sua pineta. E lo spettacolo, in costume da bagno, della giovanissima Elsa Di Giorgi, protagonista con Benassi del film «La signora Paradiso», ripaga di tutte le punture di zanzara. Come variante della bellezza intellettuale di Elsa Di Giorgi, c'è quella sensuale di Leda Gloria, interprete con Musco di «L'aria del continente». Di Leda Gloria ho sentito parlare addirittura negli anni Ottanta dai «generici» di Marina di Pisa, ormai in pensione, che partecipavano ai film della Pisorno. Diventato ristoratore, uno di quei «generici» mi raccontava con enfasi di Doris Duranti protagonista de «La figlia del Corsaro Verde» con Fosco Giachetti che nel'38 girò «La signora di Montecarlo» per Mario Soldati. Alla Pisorno, Soldati ci trovò moglie. «E l'attore più corteggiato?». «Sui bagni fu Massimo Girotti, quando lavorava per Rossellini in `Un pilota ritorna'. Aveva ventiquattro anni. Tenne a battesimo il mio ristorante. Un altro era Nazzari, lo ricordo nel `Conte di Bréchard' con la Ferida. Lo scenografo era il livornese Virgilio Marchi. Ti raccomando la Ferida, una donna-donna. Peccato sia finita così male nella repubblica di Salò. Anche la Duranti divenne una stella del regime, con Pavolini». Del resto se ci fu un impresario cinematografico legato al fascismo quello è stato Forzano. Ma inchiodarlo in una cornice fascista è limitativo. Questo toscanaccio di Borgo San Lorenzo, aveva trionfato a Londra già nel '21 con la commedia «Sly». E David Belasco, l'autore teatrale di «Madame Butterfly», gli acquistò il soggetto per il cinema pagandoglielo tremila sterline. Nel '17 Forzano lesse il libretto di «Gianni Schicchi», che Puccini stava musicando, e commentò che era brutto. «Allora me lo scriva lei». Detto e fatto. E quel libretto rimane un capolavoro di umorismo. Zacconi mandava in delirio le platee con il suo «Pietro il Grande». E' stato Forzano a creare il Carro di Tespi. Come regista fu un rinnovatore. La sua «Figlia di Jorio», nel teatro all'aperto del Vittoriale, davanti a D'Annunzio, recitata su due palcoscenici, è entrata nella storia del teatro. Forzano rimane uno dei padri di Tirrenia. E la sua Pisorno, passata la guerra, ebbe una ripresa interessante. In dieci anni produsse una cinquantina di film. La Loren vi debuttò in «Pellegrini d'amore». La Lollobrigida ci venne per «Enrico Caruso». Fellini vi ambientò alcune scene di «Senza pietà». Si sperò nell'intervento di Carlo Ponti, ma nel '58 la Pisorno fu lasciata morire. Le riprese di «Senza pietà» ebbero un fuori programma in una balera. Un tizio invitò Carla Del Poggio a ballare, lei rifiutò, lui l'arronzò: «Ma chi credi d'essere, Rita Arivortete?». Lattuada intervenne, il tizio gli mollò un pugno, Folco Lulli spaccò una sedia in testa all'energumeno. Una bella rissa. Fellini decise di tagliare la corda ma un secondo tizio l'affrontò con il coltello e lui fuggendo gridò: «Puliscitici le unghie». - Aldo Santini

domenica 24 ottobre 2010

Buon Compleanno Tata Ioia













"Fior di Loto"

Ciao sorellina, buon Compleanno, e adesso siamo a cinquantacinque, tanti e pochi. Ho scritto gli anni in  lettere perchè voglio caricarli di tutta l'importanza del tempo trascorso, quanto basta per far passare in un attimo quanto abbiamo trascorso insieme, come un soffio, come un baleno nel cielo libero da nuvole e brutti pensieri. E quanti c'e ne sono stati, purtroppo. " Chi semina nelle lacrime, mieterà nella gioia" ne siamo conviti, vero Ioia?
Comunque in questo momento voglio solo ricordare i momenti più belli e gioiosi, e anche di quelli c'è ne sono stati molti. Forse, anzì sicuramente, si compensano ma incosciamente ricordiamo solo quelli brutti.
Quante cose potrei dirti e ricordarti ma non lo faccio perchè dobbiamo pensare positivo (detto da me è tutto un programma!!!), e quindi vorrei ricordarti solo che stare vicini durante tutti i nostri anni ci ha sicuramente aiutati reciprocamente e sono sicuro che almeno io non avrei potuto farne a meno, è una certezza per me . Lo sai che se devo devo tirare fuori qualcosa che mi tormenta lo faccio con te, e ci riesco solo con te, e  spero che la cosa non ti sia pesata troppo.
Scherzando con i nostri amici racconto sempre che sin da piccini mi sei sempre stata attaccata come una zecca, e che ti ho dovuto sopportare una vita, ma tutti sanno, come me del resto, che questo mio lamentarmi è solo per rappresentare un mio grandissimo amore per Te e un attaccamento oltre qualsiasi cosa o persona.
Bando alle ciance ti voglio bene e ti mando un bacione grande 55 anni.
A proposito la foto in alto è un fior di Loto ti ricordi che lo zio Ugo, il maestro, ti chiamava così da piccina!!
Ciao  Tata.

venerdì 22 ottobre 2010

AVANTI CON I LAVORI.........ovviamente a stagione terminata.

L'estate è passata, abbastanza velocemente, anche perchè tutto sommato, da un punto di vista meteorologico, non è stata un granchè. Le considerazioni sull'economia del turismo estivo sono state discordanti, a livello nazionale si è detto che tutto sommato il settore del turismo estivo ha retto, visto il periodo di crisi mondiale, ma localmente ed in particol modo sul litorale Pisano, nella Versilia e giù fino all'Elba, le cose non sono andate troppo bene, e soprattutto il turismo è stato ancor di più scappa e fuggi.
A questo punto molte amministrazioni stanno ricorrendo a importanti investimenti, sia pubblicitari che di miglioramento dei servizi. perciò vediamo già spot pubblicitari della regione Campania, della Calabria, della Sicilia oltre ovviamente a quelle regione che stanno entrando ora nel vivo del business del turismo invernale, come il Trentino, il Piemonte, la Val d'Aosta etc. Mi domando ma la regione Toscana cosa sta facendo? probabilmente avrò l'abitudine di vedere canali TV sbagliati.
E la nostra Amministrazione Comunale? Bella domanda!!
Durantre l'intera estate per esempio a Tirrenia si è vista manutenere solo la piazza, e nemmeno troppo a dire la verità, mentre nelle strade interne ed anche sul viale del Tirreno fuori dal centro l'erbacce sono state tagliate si è no due volte. Visto i frequenti acquazzoni e i successivi giorni di solleone è chiaro che questo non poteva essere sufficiente, ed in definitiva i marciapiedi, dove ci sono, e i bordi lungo le strade sembravano la savana africana.
Il marciapiede, per esempio, lato mare che da Tirrenia va verso Marina di Pisa era invaso per buona parte della sua larghezza, dalle impertinenti siepi di bosso e di acacie che impedivano in alcuni tratti di poter costeggiare per evitare chi stava usando la pista ciclabile. Bene, ora che l'Estate è passata, ricordo che siamo in Autunno inoltrato, ecco comparire, quasi di soppiatto, squadre di operai che tagliano, puliscano, danno forma alle poche siepi ornamentali, insomma fanno esattamente quello che era più indicato fare prima e durante l'Estate. Non solo viene fatta la dovuta manutenzione al verde, ma  si sta finalmente attivando l'irrigazione nelle aiuole delimitanti la pista ciclabile lato Livorno, tutto ciò fa pensare che adesso anche quelle aiuole saranno curate e addobbate con piante floreali o sempre verdi.
Per ultimo una cosa importante, l'altro giorno, con lieta mia sorpresa,  nel tardo pomeriggio passando dalla piazza di Tirrenia, un Camion con gru annessa carico di contenitori porta sacchetti per i rifiuti, stava scaricando un certo numero di questi lungo il marciapiede. Auguriamoci che questi contenitori in cemento colorato rimangano a Tirrenia e non vengano spalmati in altre zone, perchè e vero che siamo un popolo di incivili per quanto riguarda il comportamento in pubblico, ma anche se uno vuole essere corretto e gettare una cartaccia nei contenitori dei rifiuti, questi non ci sono e quindi o la mette in tasca o la butta per terra, come di solito accade.
Mi domando ma perchè queste cose non sono fatte prima e durante il periodo estivo dove la presenza di persone provvenienti da molte parti d'Italia, possono testimoniare al loro rientro nelle proprie città, almeno della pulizia e del senso ciivico nel nostro territorio, perchè di più non possono fare, visto che oltre alla natura il nostrto litorale non dà molto di più in fatto di intrattenimento, cultura e svago.
Forse qualcuno, prima o poi, ce lo spiegherà questo mistero a noi poveri, inetti, ma lungimiranti illusi.

lunedì 4 ottobre 2010

OGGI UN NUOVO ANGELO IN PARADISO

Il vento ha spazzato via anche l'ultima foglia, ed ora i miei occhi vedono oltre il visibile...

Vedo la tua immagine, e tra il mormorio del vento ascolto il suono echeggiante della tua risata.

La tua anima e' tra la luce..la stessa che emanavano i tuoi occhi sinceri, pieni di vita.

Prima di me ora vedi orizzonti sconfinati, ascolti melodie a me sconosciute...

comprendi cose a me incomprensibili...

Il vento ha spazzato via anche l'ultima foglia...ma il tuo ricordo no...

e' attaccato al mio cuore...

E li' rimarra' per sempre.


(Xenya)


Queste parole possano sembrare le solite frasi fatte, gli stessi aneddoti, che in questi casi si dicono, forse anche in maniera distratta, tanto per dire qualche bella frase di circostanza. Questa volta però il voler esprimere qualcosa di veramente sentito e, che parte dal profondo del cuore, non potrebbe essere più reale.
La tremenda, anche se non inattesa notizia della sofferta morte di Massimo, ha come squarciato il fondo di un quadro, una disgrazia che non avremmo mai voluto sentire ne vedere.
Massimo non era solo amico e parente, ma era la vera rappresentazione di una vita angosciata dalla consapevolezza della grave malattia, e nello stesso tempo della grande forza d'animo per cercare di sopraffare con forza stoica il terribile male, che non ti annienta solo fisicamente ma soprattutto psicologicamente e moralmente.
Massimo ha affrontato, sin dall'inizio, la nuova lotta contro il grande male con tutta la Sua forza rafforzata dalla più grande notizia che un uomo può avere, la nascita di un figlio.
Dalla grande gioia alla più grande angoscia.
Non possiamo minimamente immaginare a cosa  possa essergli passato dalla mente in quei primi mesi di malattia e poi, con sempre più rassegnazione, fino ad ieri notte.
Il grande sogno era lì a testimoniare come si può e si deve Amare la vita e tutto quanto c'e intorno ad essa, anche se consapevolmente breve e sofferta.
Sono sicuro che il Paradiso ha spalancato le sue porte, anzi le ha tolte per accogliere Massimo e una schiera di anime candide lo hanno accolto accompagnandolo alla presenza del Signore.
La Sua grande sofferenza terrena, la Sua brevità di vita terrena, il Suo amore per la famiglia, per i fratelli lontani, per il Suo lavoro, non potevano e non possono essere che il miglior biglietto da visita per giungere in cielo.
Il mio ricordo più bello di Massimo, oltre ovviamente ai suoi momenti più felici, era incontrarlo quasi tutte le mattine quando andava al lavoro, sulla sua bicicletta, pedalando senza mani sul manubrio con le braccia conserte in petto, magari fischiettando un motivetto, e salutarmi con cenno della mano. Io contraccambiavo con un " Ciao Massimo, Buona giornata" inconsapevoli tutti e due che presto questo nostro rituale mattiniero avrebbe avuto una imminente fine.

Impensabile, incredibile, inconcepibile, inverosimile.

Voglio ricordarmelo così, Massimo, sereno e felice cosi come quando in occasione dei grandi pranzi di Babbo Oreste e Mamma Anna, anzi delle grande rimpatriate tra i figli, nipoti, e altri parenti, per degustare il favoloso cacciucco di casa, rideva e scherzava, sfottendo a destra e a manca, il fratello, la sorella, o il nipote di turno.
Un ultimo ricordo è il Massimo artista dei  motori e nel  restaurare  moto, scooter, e motorini d'epoca, con una capacità unica, da vero amante, spesso insieme a Suo fratello Tiziano. Un grande amore quello dei motori che lo aveva avvicinato sin da ragazzo prima nel garage di casa, poi da Ciro, ed infine nel garage dei Passerotti, al lavoro che  per Lui era soprattutto passione.
Ciao Massimo, sarai sempre nelle nostri pensieri, nelle nostre preghiere, ed esempio per tutti noi.


sabato 25 settembre 2010

Pensieri di ......Settembre

L'estate oramai è alle spalle, sembra sia passata come un soffio, eppure ne sono successe di cose.
Nessuno pensa al recente passato se non quando accadono cose che invece dovrebbero essere dimenticate il più presto possibile,  come la perdita di una persona cara.
Anche quest'anno a me è successo. Per la verità da quando ho memoria poche volte è capitato di non avere brutti ricordi.
Immaginate cosa avranno sentito e cosa  stanno passando quei genitori e figli che in un attimo hanno perso, ieri vicino a Donoratico, i propri piccoli e i loro genitori e suoceri, in quell'incredibile incidente stradale, quasi inverosimile se i risultati dei rilievi della Polstrada confermeranno quanto presunto oggi sui quotidiani.
Due nonni ancora giovani, e altrettanto due nipotini , uno appena adolescente e l'altro ancora all'asilo che in un attimo sono volati via  in cielo.
Se si fosse trattato di quattro giovani al rientro notturno da una discoteca avremmo tutti pensato, talvolta con ragione,  che forse se l'erano cercata perchè si presume sempre che  i giovani siano "fatti"  sempre di alcool, droga, sonno etc., etc., e mai avremmo potuto pensare ad un banale, involontario quanto tragico incidente.
Purtroppo il pericolo e soprattutto la morte è sempre dietro l'angolo, anzi dietro una curva, in fondo ad un rettilineo, ai margini di un fossato e quant'altro ancora.
Ieri invece i due nonni stavano accompagnando il nipotino più grande ad allenarsi in una squadra di calcio per esordienti, era un Portiere. Che grande soddisfazione, forse la prima della sua giovane vita, avrebbe partecipato ad un prossimo torneo tra coetanei.
Il nonno alla guida sicuramente stava conducendo con attenzione e cura la sua nuova Panda e sicuramente non pensava alla incombente tragedia. La nonna sul sedile posteriore con il nipotino più piccolo che certamente era intenta a coccolarlo e ha farlo stare tranquillo, magari a sedere, perchè non si sà mai ...... una frenata improvvisa, e  vai un  bernoccolo indesiderato in arrivo.
Invece l'imponderabile era lì dopo pochi chilometri ad attenderli ai margini della strada, la vecchia Aurelia tristemente nota per i suoi numerosi morti, ed era lì anche il grande platano che madre natura aveva fatto germogliare chissa quanti decenni fà, certamente non per generare morte e tragedia. La colpa certamente non va trovata nella velocità ne in uno scoppio di un pneumatico perchè è stata calcolata in 50-60 Km/h e le ruote erano tutte integre, e per giunta tutti e due i passeggeri dei sedili anteriori avevano le cinture di sicurezza. Gli airbag regolarmente intervenuti.
E allora?
Qualcuno dice che in questi casi è colpa del dannato destino, del fato, altri magari pensano che quello era il loro momento, che sorella Morte ha colto con la sua inesorabile falce.
Io prego profondamente Dio, il nostro signore che accolga le anime di questi nostri poveri fratelli che sicuramente hanno lasciato un vuoto incolmabile nei cuori dei loro cari, ma che voglio assolutamente pensare finalmente al sicuro da ogni male e che con le loro preghiere potranno proteggere chi ora sta soffrendo per loro in questa nostra terra.
A  quei genitori, ed anche figlia e genero, vorrei poter dire che a quel grande, grandissimo dolore che non potranno mai, e poi mai, attenuare ne dimenticare possa essergli di conforto il ricordo dei momenti più cari e felici che fino ad ieri sembravano poter essere  le loro uniche certezze. A  loro il nostro più caro e affettuoso abbraccio e vicinanza nel loro profondo dolore. Un bacio.

sabato 14 agosto 2010

Quando al Caminetto le voci di Mina e Paoli facevano sognare











di Marco Barabotti - Il Tirreno.

Una Tirrenia ordinata, pulita, effervescente. Era così, almeno fino ai tempi dell'Ente Tirrenia, ahimè sciolto nel 1982. Allora era già sparito da diversi anni il sogno del cinema: di quella avventura nata al tempo del Fascismo, in alternativa a Cinecittà e che aveva fatto la fortuna di questa cittadina balneare, ma anche di un po' tutto il litorale. Travolta dalla speculazione edilizia, quella che era una immensa pineta è stata piano piano ingoiata dal cemento: quello cosiddetto "buono" dei campi da golf, alberghi moderni, poi residence con appartamenti e impianti sportivi. Il "Calambrone horror" delle colonie abbandonate si è riavuto con il recupero di buona parte di esse. Ma non ha compensato, almeno per ora, quel cicaleccio del trammino rosso tra Pisa e il litorale, in vita sino ai primi anni Sessanta - anche se vi sono tremuli singulti di riportarlo in vita - che era la spina dorsale di un turismo proletario vivo e incessante. Gli alberghi sono i soliti di trent'anni fa, il mare anche se ha la bandiera blu non è più lo stesso. La decadenza si legge anche nella natura in generale: negli alberi sempre più radi e violentati dall'aerosol, nelle strade sconnesse e piene di erbacce che quando piove si trasformano in paludi. La speranza ora è nel porto a Marina: nella sua capacità attrattiva, con la progressiva scomparsa dei resti di una brutta archeologia industriale, per far posto a una sorta di villaggio marinaro post moderno, dove avanza il cemento che cancella gli ultimi angoli dei fasti d'inizio Novecento, di una Marina cosmopolita e meta di intellettuali, musicisti e scrittori. Meno male che si è salvata almeno la palazzina, oggi sede della società del porto, teatro del contrastato amore tra Gabriele D'Annunzio ed Eleonora Duse. A Tirrenia non è rimasto neppure l'unico locale notturno di un certo stile e richiamo, il Tennis Club poi Caminetto, lasciato colpevolmente morire. Questo locale è stato l'emblema della Tirrenia più viva di sempre, tra gli anni Sessanta e Settanta, meta di grandi attrazioni nazionali e internazionali. Nato come impianto sportivo (apparteneva all'Ente Autonomo Tirrenia), era stato il centro della vita mondana sul litorale pisano. E non solo in estate, perché, era dotato di un parterre che poteva ospitare centinaia di persone anche in inverno. Il suo "mago" era Roberto Trebbi, scomparso l'anno scorso. Il locale si impose sullo scenario nazionale. A Tirrenia si esibirono nomi celebri della musica leggera di allora: Mina, Fred Bongusto, Peppino di Capri, Umberto Bindi, Gino Paoli, Carosone, Johnny Holliday e Silvie Vartan. Tanto che divenne un locale alla moda, entrando perfino in rotta di collisione con la "Bussola" di Sergio Bernardini. Il locale morì, perché perse la "battaglia dei rumori" coi residenti: si preferì, insomma, la pace notturna di questi ultimi, affossando l'unico vero volano dell'economia tirreniese. Neppure un centro Coni di fama internazionale riesce a produrre una ricaduta turistica. A tenere in vita Tirrenia e il Calambrone sono rimasti i pendolari pisani e livornesi che d'estate prendono d'assalto le spiagge. Ma non più con la verve di una volta: è un mordi e fuggi col portafoglio sempre più leggero che ingenera insicurezza, che cancella quella voglia matta di vivere un'estate spensierata. Somigliamo un po' tutti a questi pini intristiti.

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7 agosto 2010

TIRRENIA: COME LA PENSO

Una giornalista della NAZIONE, Francesca Bianchi, mi ha chiesto delle considerazioni su Tirrenia per un commento da pubblicare sullo stato del litorale Pisano, ecco quanto ho scritto.

Ti ringrazio Francesca di avermi invitato a dire la mia sullo stato del Litorale Pisano, non ho problemi. Io sono Marinese di nascita ma a 6 anni sono andato ad abitare a Tirrenia perchè la mia famiglia da sempre ha avuto attività commerciali: Bagno Olimpia (ora bagno Golf) prima della guerra e poi il Venere, la pensione Montecarlo e poi io direttamente la discoteca Frumpy, successivamente 4 negozi a Tirrenia, Giornali giocattoli tabacchi etc.. Soprattutto però ho conosciuto la proletaria Marina di Pisa con tutte le Famiglie che dipendevano dalla Fiat (anche mio padre), che nonostante tutto aveva  le sue comodità tipiche di una frazione : Il distaccamento del Comune, la Mutua Fiat, 5 distributori di benzina , qualsiasi genere di negozio, che la rendevono indipendente da tutto e tutti. Ah dimenticavo Il trenino che in mezz'ora , in tutte le stagioni ti portava a Pisa indipendentemente dal traffico.
 Poi passando a Tirrenia ho conosciuto la perla del litorale Pisano, sotto la gestione dell'Ente Autonomo Tirrenia, che era un vero e proprio comune indipendente da Pisa per la stragrande maggioranza delle risorse e delle necessità.

Pensate che tutto quello che ancora esiste, anche se decadente, è stato fatto dall'E.A.T., marciapiedi strade, piazze, urbanizzazione in genere e soprattutto l'arredo urbano che allora era veramente tenuto in primo piano. Pensate che l'E.A.T. aveva i propri stradini, giardinieri, addetti all'acquedotto con i propri pozzi artesiani lungo Camp Darby,aveva i suoi netturbini, gli elettricisti, gli idraulici, gli edili e soprattutto persone e tecnici competenti che svolgevano le funzioni di controllo e prevenzione sulle pinete, sull'abuso edilizio, sullo stato delle strade ed in genere su tutto quello che serviva per gestire al meglio il paese. Non ci dimentichiamo che allora gli Americani di Camp Darby vivevano fuori dal campo con le proprie famiglie e che sono arrivati ad essere qualche migliaia di persone, che davano lavoro e lustro durante tutto l'anno a Tirrenia. L'estate per esempio i giardinieri dell'E.A.T. cambiavano la fioritura delle aiuole ogni 15/30gg. in modo che i villeggianti non vedessero Tirrenia nello stesso modo. PENSATE INOLTRE CHE ALLORA LE AIUOLE NON ERANO solo quelle 2o 3 della piazza ma erano lungo tutto il viale del Tirreno sia nello spartitraffico che sul marciapiede lato mare cosi come lungo i marciapiedi della piazza stessa. Oltre alla fioritura che dava colore vi erano comunque siepi di pitosfero in ogni demarcazione dei tratti stradali e queste siepi erano tagliate e regolarizzate tutte le settimane. Non parliamo poi del sistema di innaffiamento che allora non era automatico ma che permetteva a due o tre persone di attaccare gli idranti lunghi ognuno una decina di metri velocemente e senza interruzzione per tutto il tratto dal bagno Perla al bagno Europa, allora bagno Anna. I vecchi Tirreniesi si ricorderanno anche di alcuni anni dove per Natale furono infissi lungo lo spartitraffico centrale alberi di abete alti 1 metro e mezzo con relativa illuminazione con una cadenza di 4/5 metri. potete pensare che spettacolo era per chi provveniva da Pisa o da Livorno.

Le strade erano perfettamente manutenute dalla squadra degli stradini e soprattutto erano tenuti puliti e liberi dagli aghi di pino tutti i pozzetti e le relative bocche di Lupo lungo i marciapiedi in modo che ricevessero regolarmente l'acqua piovana e non allagassero durante gli acquazzoni specialmente quelli estivi.

Per concludere, e potrei parlarne per ore, la numerazione civica delle abitazione era tutta tipica di Tirrenia perchè l'E.A.T. fece fare in esclusiva le formelle con il caratteristico fondo con i pini stilizzati che tutt'ora sono presenti. Pensate che i villeggianti andavano nella sede dell'E.A.T. a chiederne il possibile acquisto per portarsele e metterle alla propria abitazione. Non sono mancati anche i trafugamenti notturni staccandole dai muri delle nostre abitazioni.

Concludo con le manifestazioni che caratterizzavano con continuità l'estati di allora tutte organizzate dall'E.A.T. o con il suo patrocinio:
La Pina d'Oro concorso di auto e moda in piazza Belvedere. La mostra di Pittura Colori di Tirrenia che si teneva nell'allora locali del complesso Imperiale e poi nei giardini lato mare tra il bagno Roma e il bagno Vittoria e Alma. A questa mostra concorso partecipavano molti pittori Labronici, pisani e anche di altre città con valore nazionale. Il concorso del Giardino più bello di Tirrenia, che faceva si che le famiglie facoltose che allora abitavano in estate le loro ville, che Ahimè sono state fatte quasi tutte abbattere dal nostro Comune per lasciare posto a improponibili condomini, di fare a gara a chi rendeva più bello e colorato il proprio parco. Inoltre c'era il locale Il Caminetto che con la Bussola di Viareggio si contendeva le migliori attrazioni di allora, Mina in primis. Potrei scrivere un libro di notizie e di aneddoti ma non credo c'e ne sia bisogno perchè tanto passerei per un nostalgico idealista che ha sempre creduto nell'enormi potenzialità dell'intero Litorale Pisano.


Ciao a risentirci

sabato 7 agosto 2010

RIECCOMI

Non è stato un bel periodo questo ultimo trascorso, sia per me che per Monica, purtroppo Vinicio, suo padre ci ha lasciati. Improvvisamente, immotivatamente, e in particolare con quella brutta sensazione che poteva essere evitato pensando che si trovava al pronto soccorso del S.Chiara per un controllo quasi fatto più per scrupolo che per stretta necessità fisiologica.
Una dipartita così repentina, alle 12,30 abbiamo mangiato insieme, alle 16,00 non c'era più, è veramente dura da mandare giù. Queste esperienze però ti fanno riflettere su tante cose, inanzi tutto del sistema sanitario nazionale ed in particolar modo per le unità di pronto soccorso. Premetto che tutti gli operatori ospedalieri e specialmente quelli delle unità d'urgenza, sono encomiabili per professionalità e abnegazione però come in tutte le attività di questa nostra vita, la ripetitività e la cattiva gestione delle risorse, sempre utilizzate al massimo, al limite della sopportazione personale, possono portare a non accorgersi di alcuni casi che inizialmente sono come si dice di codice giallo ma che possono diventare in pochi minuti di codice rosso.
Ovviamente il maggior imputato è lo sfruttamernto delle maestranze utilizzate spesso in turni infernali, e la scarsa adeguatezza delle strutture ospedaliere. A Pisa gli attuali locali del pronto soccorso sono obsoleti e notevolmente sotto dimensionati, come del resto in quasi tutti i nosocomi italiani con strutture che risalgano ad ospedali di nascita medioevale.
Nonostante tutto certi atteggiamenti, talvolta dal personale medico, seguono logiche poco comprensibili ed accettabili, dal comune mortale che naturalmente vorrebbe il tutto e subito ed invece deve passare ore e ore in attesa di essere visitato. Poi succedono cose impensabili al momento dell'accettazione, e la disgrazia è sempre in agguato e si manifesta con una brutalità e una incomprensibile repentibilità di eventi. In questi casi poi non si può accettare da un medico, che ti ha comunicato in modo asettico e impersonale la morte di un tuo congiunto dicendoti che nonostante i vari e numerosi interventi di rianimazione non erano riusciti a  tenerlo in vita, e concludendo dicendo  che probabilmente ........"era arrivato il suo momento". Che tristezza .
Questo è inaccettabile sentirlo dire da un medico, un professionista che deve sicuramente in prima persona escludere il fato. Lo può dire e pensare una persona comune ma non un medico che dovrebbe sempre interpretare le proprie mansioni non come un lavoro, come una specializzazione, bensì sempre e comunque come una missione al di là di qualsiasi condizione particolarmente gravosa e poco qualificante. 
L'arte medica come viene definita nel Giuramento di Ippocrate, che ogni medico condivide, nell'antica Grecia non veniva appunto considerata una professione ma una missione come qualsiasi forma artistica.
Tutto questo ti lascia l'amaro in bocca e non c'è zucchero che te lo faccia passare.

Giuramento moderno

Il giuramento, nella forma qui sotto riportata, è stato deliberato dal Comitato Centrale della Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri il 23 marzo 2007.



« Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro:

di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento;

di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;

di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario;

di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona;

di astenermi da ogni accanimento diagnostico e terapeutico;

di promuovere l'alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione, nel rispetto e condivisione dei principi a cui si ispira l'arte medica;

di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze;

di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina;

di affidare la mia reputazione professionale esclusivamente alla mia competenza e alle mie doti morali;

di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il decoro e la dignità della professione;

di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;

di rispettare e facilitare il diritto alla libera scelta del medico;

di prestare assistenza d'urgenza a chi ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell'autorità competente;

di osservare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato;

di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione

domenica 27 giugno 2010

I DATI SULLA FAME NEL MONDO

1. Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno per fame o cause ad essa correlate. I dati sono migliorati rispetto alle 35.000 persone di dieci anni fa o le 41.000 di venti anni fa. Tre quarti dei decessi interessano bambini al di sotto dei cinque anni d'età.


2. Oggi, il 10% dei bambini che vivono in paesi in via di sviluppo muoiono prima di aver compiuto cinque anni. Anche in questo caso, il dato è migliorato rispetto al 28% di cinquanta anni fa.


3. Carestia e guerre causano solo il 10% dei decessi per fame, benchè queste siano le cause di cui si sente più spesso parlare. La maggior parte dei decessi per fame sono causati da malnutrizione cronica. I nuclei familiari semplicemente non riescono ad ottenere cibo sufficiente. Questo a sua volta è dovuto all'estrema povertà.


4. Oltre alla morte, la malnutrizione cronica causa indebolimento della vista, uno stato permanente di affaticamento che causa una bassa capacità di concentrarsi e lavorare, una crescita stentata ed un'estrema suscettibilità alle malattie. Le persone estremamente malnutrite non riescono a mantenere neanche le funzioni vitali basilari.


5. Si calcola che circa 800 milioni di persone nel mondo soffrano per fame e malnutrizione, circa 100 volte il numero di persone che effettivamente ne muoiono ogni anno.


6. Spesso, le popolazioni più povere necessitano di minime risorse per riuscire a coltivare sufficienti prodotti commestibili e diventare autosufficienti. Queste risorse possono essere: semi di buona qualità, attrezzi agricoli appropriati e l'accesso all'acqua. Minimi miglioramenti delle tecniche agricole e dei sistemi di conservazione dei cibi apportano ulteriore aiuto.


7. Numerosi esperti in questo campo, sono convinti che il modo migliore per alleviare la fame nel mondo sia l'istruzione. Le persone istruite riescono più facilmente ad uscire dal ciclo di povertà che causa la fame.


Fonti (divise in paragrafi):


1) Il Progetto contro la Fame nel Mondo, Nazioni Unite;


2) CARE;


3) Istituto per la promozione dello sviluppo e dell'alimentazione;


4) Programma mondiale per il cibo delle Nazioni Unite (WFP);


5) Organizzazione delle Nazione Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO);


6) Oxfam;


7) Fondo per l'infanzia delle Nazioni Unite (UNICEF)

MA COME SI FA'!!!! SIAMO IN MANO AD UNA SOCIETA' DI INCOMPETENTI, DI MILLANTATORI, DI INCOSCIENTI

Pongo alla vostra attenzione il seguente quesito: " Come può una società, in tutti i suoi componenti, reggere all'incapacità, alla millanteria, all'incoscienza dei suoi poteri principali, a tutte le classi sociali, di qualsiasi età, sesso, ubicazione geografica, e di tanto altro. Cercherò di spiegarmi.

1°accadimento.
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L'altra settimana Il Presidente del Consiglio ha improvvisamente creato un nuovo dicastero e il suo relativo ministro Blancher. Quest'ultimo è stato accusato al tempo di Tangentopoli  per falso in bilancio e finanziamento illecito dell'allora partito Socialista di Craxi, con condanna in 1° grado e in appello salvandosi poi in Cassazione. Ora è stato accusato per la scalata alla banca Antonveneta. Bene dopo pochi giorni dalla sua nomina invoca il Legittimo Impedimento per non comparire in tribunale per farsi interrogare, ipotizzando la necessità di dedicarsi completamente all'organizzazione del nuovo Ministero. Meno male che il presidente Napolitano, questa volta è intervenuto, dicendo che il nuovo ministero è senza portafoglio pertanto non può essere applicata l'escamotage del Legittimo Impedimento. la llega a questo punto ha preso la palla allo sbalzo e si è schierata contro la decisione di berlusconi e del suo nuovo delfino Brancher. Tutto questo mi sembra di una stupidità, di una incoscienza terrificante, per come è stata gestita la vicenda, ma pensavano che tutti fossero deficienti con il prosciutto davanti agli occhi?. E poi il tutto non è servito a  determinare una possibile rottura nei rapporti interni del PDL???

2° accadimento
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La nazionale di calcio è stata ignobilmente cacciata dai Mondiali di calcio in Sud Africa in un  girone che doveva invece vincere a mani basse- Bene alcuni commenti di quotidiani nazionali, di testate politiche, e anche di testate giornaliste televisive hanno commentato nei loro titoli di prima pagina con farsi di questo tipo:
" La Nazionale sconfitta, specchio di un Paese che perde ovunque " volendo sottolineare la linea sottile, ma non troppo, che unisce il fallimento della squadra di calcio ITALIA con la conduzione politica di Berlusconi &C. della Nazione ITALIA. Sconcertante un TG3 e un quotidiano con vecchie tradizioni  politiche che commentano una normale anche se inverosimile sconfitta nello sport nazionale, con la macchaivellica, pericolosa, impopolare conduzione politica del nostro Paese. Anzichè controbattere sempre e comunque le scelte politiche della destra al governo, cosa fanno i portavoce dell'oppoisizione???, peggio di Novella 2000 o altri rotocalchi di gossip, sciorinano inpensabili e incompetenti paragoni politico-calcistici, VERGOGNOSO comportamento da zittelle inacidite e ciaccherone di paese.

3° accadimento
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Il Comune di Pisa, in un periodo di forte crisi economica, dove il turismo già difetta in presenze sul litorale Pisano, cosa si inventa???? le isole ecologiche interrate nelle principali piazze di Tirrenia e Marina di Pisa, percui ai primi di Giugno, quando il maltempo già riduceva le presenze sul litorale, dopo aver sbandierato ai quattro venti la chiusura provvisoria per l'intera estate dei cantieri stradali al Calambrone per la realizzazione delle fognature e della pista ciclabile ( scandalosa per ubicazione e caratteristiche logistiche), che giustamente rendevano pericoloso e difficoltoso il traffico dei pendolari bagnanti, riempiva di mezzi pesanti, ruspe, escavatori, transenne etc. i luoghi che di per se sono importantissimi e già critici di suo per la viabilità ed il parcheggio.
Non solo a Marina con una trovata veramente geniale fà installare gabinetti chimici in piazza Sardegna, di quelli per intenderci utilizzati nei cantieri edili, nelle fiere, etc, che certamente non giovano ala decoro urbano e soprattutto alla pubblica decenza. Il tocco di classe poi è stata la loro installazione senza alcun fissaggio al terreno, così che alla prima libecciata di qualche giorno fà uno di questi si è rovesciato con abbondante fuoriuscita del maleodorante  contenuto. Bello proprio bello!!! una GENIALATA che neppure nel più profondo terzo mondo possiamo trovare.
Che professionalità, che alto managerismo che dimostrazione di cultura turistica hanno i nostri amministratori degnamente condotti dal solito amministratore di partito estratto dal nulla come il coniglio dal cappello del prestigiatore di turno.Quello che per giunta non si capisce è l'organizzazione e l'amministrazione dei lavori. delle manutenzioni pubbliche, e il perchè non vengono aggiudicate, ed eseguite nei mesi morti invernali. E' come se a Cortina o al Sestriere si rifacessero gli impianti di risalita o le piste iniziando ai primi di Dicembre continuando per l'intero periodo invernale.
Alla luce di questi piccoli fatti, ma potremmo citarne a migliaia solo nella nostra regione, come si può pretendere che L'Italia possa cambiare e evolversi come dovrebbe fare una vera potenza economica occidentale? Ma come pensiamo di poter competere con nazioni emergenti in tutti i settori dal manufatturiero, al turismo, come la Cina, l'India, i paesi della penisola Arabica e fra non molto dell'Africa più evoluta, dove adesso è il basso costo della mano d'opera che ne determina il successo, e domani l'immense risorse umane e di materie prime.
E poi basta vedere Berlusconi nelle immagini di questi giorni al G20 in Canada come si pavoneggia e cerca sempre di mettersi in primo piano, con il suo sorriso a 51 denti come un giullare di corte, non certo come un primo ministro degno di tale nome.
Povere prossime generazioni, ma quale esempio riusciamo a dare loro, in tutti i settori della vita pubblica, del sociale, e del lavoro???

A Presto

martedì 22 giugno 2010

Kahlil Gibran - Del comprare e del vendere

E un mercante disse: Parlaci del comprare e del Vendere.
Ed egli rispose e disse:
La terra vi offre i suoi frutti, e voi non patirete indigenza se solo saprete come riempirvene le mani.
E’ scambiandovi i doni della terra che troverete abbondanza e sarete soddisfatti.
Ma se lo scambio non sarà con amore ed equanime giustizia,
non condurrà che alcuni all’ingordigia ed altri alla fame.
Quando voi, lavoratori del mare e dei campi e delle vigne incontrate sulla piazza del mercato i tessitori,
i vasai e i venditori di spezie,
invocate allora che lo spirito supremo della terra intervenga tra voi a santificare bilance e calcolo,
di modo che pesi e valori si corrispondano.
E non lasciate che chi ha mani sterili partecipi alle vostre transazioni, perché costoro
venderebbero le loro chiacchiere per la vostra fatica.
Dovreste dire a tali uomini:
"Venite con noi nei campi, o recatevi con i nostri fratelli al mare a gettare la vostra rete:
Poiché la terra e il mare saranno generosi come con noi".
E se colà verranno i danzatori e i cantanti e i suonatori di flauto, ebbene. Comprate pure i loro doni.
Poiché anch’essi sono raccoglitori di frutti e d’incenso, e ciò che essi vi recano,
benché fatto di sogni, è di ornamento e alimento alla vostra anima.
E prima di lasciare la piazza del mercato, badate a che nessuno vada via a mani vuote.
Poiché lo spirito supremo della terra non dormirà in pace nel vento finchè i bisogni dell’ultimo tra voi,
non siano soddisfatti.


Kahlil Gibran

(Molti degli scritti di Gibran hanno per argomento il Cristianesimo, in particolare il tema dell'amore spirituale. La sua opera poetica si distingue per l'uso di un linguaggio formale e per osservazioni sui temi della vita mediante termini spirituali.)