Il tuo occhio sia vigile

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martedì 26 ottobre 2010

UN PO' DI STORIA.......LITORANEA 1. Pisorno, il cinema nato da una palude. Storia degli stabilimenti cinematografici creati a Tirrenia con i soldi degli Agnelli

(il Tirreno — 11 agosto 2001)
Quando Federico Fellini venne a Livorno con Tullio Pinelli, nel 1947, per preparare il soggetto di «Senza pietà», il film che sarebbe stato diretto da Alberto Lattuada, mi chiese subito cosa n'era stato della Pisorno. Cronista alle prime armi del «Tirreno», ero stato incaricato di guidare Fellini e Pinelli alla scoperta di Tombolo. Non sapevo bene chi fosse Fellini, ammiravo invece Pinelli, autore, prima della guerra, di un lavoro teatrale molto bello, «La pulce d'oro». Con Fellini incorsi in una gaffe. Lui citava gli attori del film, Carlo Del Poggio, moglie di Lattuada, Folco Lulli, John Kitzmiller, un capitano americano di colore, Giulietta Masina, e a me scappò detto: «Questa Masina chi è?». «E' mia moglie» rispose Fellini, senza mostrarsi offeso. Pinelli rise divertito. D'altronde, nel 1947 la Masina era pressoché una sconosciuta, aveva avuto solo una parte secondaria in «Roma città aperta», un film stroncato dalla critica ufficiale in cui Fellini era stato sceneggiatore, con Pinelli. Ma veniamo alla domanda sulla Pisorno. «Gli americani l'hanno trasformata in un magazzino, ma ora stanno liberandola» risposi. «Peccato» disse Fellini, «era nata da una costola di Cinecittà». «Ti sbagli» intervenne Pinelli. «Cinecittà è venuta dopo la Pisorno. Sai, io sono cresciuto nella Torino che era la capitale del cinema italiano. Di conseguenza ho seguito la vicenda della Pisorno che prometteva di far risorgere il nostro cinema. Oltrettutto la Pisorno fu costruita con i soldi di Torino, degli Agnelli per la precisione. E senza il cinema, qui, non ci sarebbe stata Tirrenia». In realtà Tirrenia compare fin dal 1933 tra i piani regolatori delle nuove città programmate dal facismo, a cominciare da quelle sorte nell'Agro Pontino. Ed è del 1932 l'istituzione dell'Ente Autonomo Tirrenia per valorizzare turisticamente il litorale pisano. Il bando di concorso, nel 1934, spiega «che Tirrenia sorgerà di fronte a una magnifica spiaggia renosa, dovrà essere per modernità, eleganza e razionalità, quanto di meglio può offrire oggi l'urbanistica moderna e superare quanto esiste in questo campo sulle più progredite spiagge d'Europa». Il territorio del piano regolatore di Tirrenia era delimitato da torrente Calambrone e Reale Tenuta di Tombolo. Il concorso lo vincerà l'ing. Federico Severini di Pisa, preferito all'architetto fiorentino Coppedè e ad altri quattro progettisti. Ma è pur vero che Tirrenia decolla con la Pisorno, il centro cinematografico di Giovacchino Forzano. La decisione di crearlo fu presa a Torino dove Forzano aveva girato il film «Villafranca»; tratto dal suo dramma storico scritto in collaborazione con Mussolini. Il film aveva ricevuto l'aiuto finanziario di Edoardo Agnelli, il figlio del senatore Giovanni. Ed entrambi assistettero alla sua presentazione. Forzano racconta: «A conoscenza com'era dei retroscena finanziari e delle difficoltà che avevo incontrato per realizzare `Villafranca' in mancanza di teatri in grado di girare il sonoro, Giovanni Agnelli disse a Edoardo e a me: `Questa industria del cinematografo è destinata a un avvenire grandioso. Perché non cercate di fare dei teatri adatti alla nuova tecnica del sonoro?'. Il consiglio di Giovanni Agnelli mi elettrizzò e d'accordo con Edoardo presi a studiare dove costruire questi benedetti nuovi teatri». Forzano ha scritto: «Dove costruirli? Perché il girare gli esterni non dovesse costare troppo, io pensavo di scegliere un posto ricco di possibilità naturali e facile da raggiungere. Un giorno incontrai il senatore Martelli di Vinci, il paese di Leonardo, e lui mi disse: `So che volete tirar su dei teatri cinematografici. Perché non vai a vedere Tirrenia'. `E dov'è Tirrenia?'. E' fra Livorno e Pisa, ma forse un giorno sarà tutta una città con Marina di Pisa'. Andai a vedere Tirrenia. Era tutta una palude, non c'erano che vipere e rospi. C'era una sola costruzione, l'antica torre della Guardia di Finanza, un fortino chiamato Mezzaspiaggia. Però, pensando che bonificando il posto avremmo potuto renderlo bellissimo, e dato che gli esterni, dal mare alla montagna al fiume e alla foresta, erano tutti lì, l'idea mi piacque. Pregai il caro Edoardo di venire a vedere Tirrenia. Da prima rimase anche lui un po' indeciso, poi si convinse e cominciammo a costruire i primi teatri adatti a girare i film sonori. I primi in Italia». E così sorge la Pisorno a metà strada tra Pisa e Livorno. Il terreno per lo stabilimento viene in parte acquistato, centomila metri quadri a 0,25 lire il metro, e in parte affittato, altri centomila metri a un milione l'anno. Per costruirlo si spendono 500mila lire. Il capitale è degli Agnelli e dell'industriale Salvatore Persichetti, che aveva deciso di tentare l'avventura del cinema e in seguito costituirà a Roma la prima casa italiana di doppiaggio. L'architetto è Antonio Valente, che si è affermato come scenografo a Parigi e a Berlino. Nel 1934 Pisorno viene definita la piccola Hollywood del Tirreno. Cinecittà sarà fondata solo nel 1937. Primo film prodotto a Tirrenia, con gli esterni girati nell'isola d'Elba, è il napoleonico «Campo di Maggio», soggetto di Forzano e di Mussolini. Nel 1935 la grande varietà di esterni tra Pisa e Lucca, permette a Luis Trenker, campione di sci, attore e regista, di realizzare il western «L'imperatore della California». Alla corte di Forzano, detto «il duce del cinema», vengono Amedeo Nazzari, Alida Valli e Gino Cervi, Assia Noris e Vittorio De Sica, Paola Barbara, che l'estate si fanno ammirare sui primi bagni di Tirrenia. La cittadella balneare è lanciata. La frequentano soprattutto i pisani. Meno i livornesi che preferiscono l'acqua di scoglio. Un trenino nel 1932 collega Pisa al Calambrone e dal 1935 prosegue per Livorno, stazione a Barriera Margherita. La spiaggia che dal Calambrone va a Marina di Pisa è molto accogliente. Presto, verso Livorno, sorgono gli istituti elioterapici e le colonie per la gioventù. Il lato negativo di Tirrenia, all'inizio, è rappresentato dalle zanzare. Ma i sofferenti di asma trovano refrigerio nella sua pineta. E lo spettacolo, in costume da bagno, della giovanissima Elsa Di Giorgi, protagonista con Benassi del film «La signora Paradiso», ripaga di tutte le punture di zanzara. Come variante della bellezza intellettuale di Elsa Di Giorgi, c'è quella sensuale di Leda Gloria, interprete con Musco di «L'aria del continente». Di Leda Gloria ho sentito parlare addirittura negli anni Ottanta dai «generici» di Marina di Pisa, ormai in pensione, che partecipavano ai film della Pisorno. Diventato ristoratore, uno di quei «generici» mi raccontava con enfasi di Doris Duranti protagonista de «La figlia del Corsaro Verde» con Fosco Giachetti che nel'38 girò «La signora di Montecarlo» per Mario Soldati. Alla Pisorno, Soldati ci trovò moglie. «E l'attore più corteggiato?». «Sui bagni fu Massimo Girotti, quando lavorava per Rossellini in `Un pilota ritorna'. Aveva ventiquattro anni. Tenne a battesimo il mio ristorante. Un altro era Nazzari, lo ricordo nel `Conte di Bréchard' con la Ferida. Lo scenografo era il livornese Virgilio Marchi. Ti raccomando la Ferida, una donna-donna. Peccato sia finita così male nella repubblica di Salò. Anche la Duranti divenne una stella del regime, con Pavolini». Del resto se ci fu un impresario cinematografico legato al fascismo quello è stato Forzano. Ma inchiodarlo in una cornice fascista è limitativo. Questo toscanaccio di Borgo San Lorenzo, aveva trionfato a Londra già nel '21 con la commedia «Sly». E David Belasco, l'autore teatrale di «Madame Butterfly», gli acquistò il soggetto per il cinema pagandoglielo tremila sterline. Nel '17 Forzano lesse il libretto di «Gianni Schicchi», che Puccini stava musicando, e commentò che era brutto. «Allora me lo scriva lei». Detto e fatto. E quel libretto rimane un capolavoro di umorismo. Zacconi mandava in delirio le platee con il suo «Pietro il Grande». E' stato Forzano a creare il Carro di Tespi. Come regista fu un rinnovatore. La sua «Figlia di Jorio», nel teatro all'aperto del Vittoriale, davanti a D'Annunzio, recitata su due palcoscenici, è entrata nella storia del teatro. Forzano rimane uno dei padri di Tirrenia. E la sua Pisorno, passata la guerra, ebbe una ripresa interessante. In dieci anni produsse una cinquantina di film. La Loren vi debuttò in «Pellegrini d'amore». La Lollobrigida ci venne per «Enrico Caruso». Fellini vi ambientò alcune scene di «Senza pietà». Si sperò nell'intervento di Carlo Ponti, ma nel '58 la Pisorno fu lasciata morire. Le riprese di «Senza pietà» ebbero un fuori programma in una balera. Un tizio invitò Carla Del Poggio a ballare, lei rifiutò, lui l'arronzò: «Ma chi credi d'essere, Rita Arivortete?». Lattuada intervenne, il tizio gli mollò un pugno, Folco Lulli spaccò una sedia in testa all'energumeno. Una bella rissa. Fellini decise di tagliare la corda ma un secondo tizio l'affrontò con il coltello e lui fuggendo gridò: «Puliscitici le unghie». - Aldo Santini

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