L’agnosticismo è la concezione secondo cui l’esistenza di Dio è impossibile da conoscere o da provare. Il termine “agnostico” significa essenzialmente “senza conoscenza”. L’agnosticismo è una forma più intellettualmente onesta di ateismo. L’ateismo afferma che non esiste Dio: una posizione, questa, indimostrabile. L’agnosticismo sostiene che l’esistenza di Dio non possa essere né provata né confutata, essendo impossibile sapere se Dio esista. Quanto a questo concetto, l’agnosticismo è corretto, perché l’esistenza di Dio non può essere provata o confutata empiricamente.
L’agnosticismo è essenzialmente la riluttanza a prendere una decisione o per o contro l’esistenza di Dio. È la posizione della definitiva “indecisione”. I teisti credono che Dio esista. Gli atei credono che Dio non esista. Gli agnostici credono che non dovremmo né credere né non credere nell’esistenza di Dio, perché è impossibile saperlo nell’uno e nell’altro senso.
Solo per fare un esempio, respingiamo le prove lampanti e innegabili dell’esistenza di Dio. Se mettiamo le posizioni del teismo e dell’ateismo/agnosticismo su un piano di parità, in quale è più “sensato” credere rispetto alla possibilità della vita dopo la morte? Se non c’è alcun Dio i teisti e gli atei/agnostici cesseranno semplicemente tutti indistintamente di esistere, quando moriranno. Se c’è un Dio, gli atei e gli agnostici avranno qualcuno a cui rispondere, quando moriranno. Da questa prospettiva, ha certamente più “senso” essere teisti che atei/agnostici. Se nessuna posizione può essere provata o confutata, non sembra saggio fare ogni sforzo per credere nella posizione che potrebbe avere un risultato finale infinitamente ed eternamente più desiderabile?
È normale avere dubbi. Ci sono così tante cose in questo mondo che non comprendiamo! Spesso la gente dubita dell’esistenza di Dio perché non comprende o non è d’accordo con le cose che Egli fa e permette. Tuttavia, noi, essendo esseri umani finiti, non dovremmo aspettarci di essere in grado di capire un Dio infinito.
giovedì 17 giugno 2010
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ciao, io credo che non ci sia niente dopo la morte, e lo accetto con serenità, non mi passa nemmeno per la testa di sperare che ci sia un'altra vita. Quando muoriamo, semplicemente, non esistiamo più, per me questa è la normalità.. buona giornata
RispondiEliminaCultura Svago Per GIAMMARCO CIUTI
RispondiEliminaVorrei riprendere alcune frasi di uno dei tuoi post.
(…) "Ammesso tutto ciò come si puo pensare ad esseri che inizialmente vivevano nell'acqua e quindi con un sistema respiratorio e motorio del tutto particolare si siano evoluti per uscire sulla terra. Ammettendo anche questo come possono essersi ult...eriormente evoluti per farsi trasformare gli arti anteriori in ali piumate e riuscire a volare. Guardate che ipotizzare tutto questo con la sola evoluzione e voler forzare davvero tanto, lo scibile umano".
Forse il primo studioso ad ammettere una "parentela" degli uomini con i pesci è stato il filosofo Anassimandro (610 circa a.C. - 546 circa a.C. ), secondo il quale il Sole dà calore e vita; riscaldando la terra, dà origine a forme elementari di vita, che si evolveranno verso forme più complesse. Gli esseri viventi nacquero dall'acqua ed avevano la natura dei pesci. Da essi, per trasformazione, sono nati gli uomini. Tale proposta non è poi tanto ingenua. a tal proposito Bertrand Russell scriveva:
Circa l'origine dell'uomo, Anassimandro sosteneva una teoria estremamente "moderna". Osservando che l'uomo giovane ha bisogno di un lungo periodo di cure e di protezione, Anassimandro giunge alla conclusione che, se l'uomo fosse stato sempre come è adesso, non avrebbe potuto sopravvivere. Quindi l'uomo un tempo dev'essere stato diverso, cioè deve essersi sviluppato per evoluzione da un animale che può meglio badare a se stesso ... il ragionamento stabilisce, senza bisogno di altre aggiunte, che esiste una sorta di processo evolutivo. Ma Anassimandro non si accontentava di questo ragionamento. Affermava anche che l'uomo deriva dai pesci del mare e sosteneva tale teoria con osservazioni sui resti fossili e sul modo come i pescecani nutrono i loro figli"
BERTRAND RUSSELL - "Il pensiero dell'Occidente", Pocket saggi Longanesi Milano 1978 pp. 14-15.
Il vero problema è capire se l'uomo si è evoluto da qualcosa (una materia bruta, una forma elementare di vita, un animale inferiore; qui è possibile tentare un discorso di tipo evolutivo) o è nato dal nulla (e questa sarebbe la creazione di cui parla la Bibbia).