Colonia Firenze Costruita ad opera della Federazione Fasci di Combattimento di Firenze, inaugurata nel 1932. Ha una struttura particolarmente caratteristica: un lungo corridoio parallelo alla spiaggia su cui si innestano, perpendicolarmente, sette padiglioni disposti a pettine parallelamente. Il corridoio tra un padiglione e l’altro è vetrato. Copertura a capanna, mattoni a vista, motivi decorativi in cotto. È passata in proprietà alla Regione Toscana.
Colonia Regina Elena Completata nel 1933, di proprietà dell’Ospedale di Livorno, da cui era partito il progetto di Città elioterapica. Progetto dell’arch. Ghino Venturi. E’ costituita da tre corpi legati tra di loro: due simmetrici e disposti parallelamente al mare, il terzo spostato verso la strada. Passò all’Opera Previdenza delle Ferrovie ancora prima della guerra. Vista dall'alto, richiama la forma di un fascio littorio: un edificio (cucine e refettorio) rappresenta la lama, mentre il fusto è costituito dagli edifici destinati ai dormitori, ai locali di svago e per le funzioni direttive.
Colonia Principi di Piemonte Completata nel 1933, fatta costruire per i figli del personale dell’Aeronautica Militare. È caratterizzata intenti simbolici e propagandistici, a partire dalla planimetria che, pur non percepibile da terra, rappresenta un aeroplano puntato verso il mare: i due blocchi perpendicolari al mare rappresentano rispettivamente la testa e la coda, il corridoio che li unisce, il corpo centrale, costituito da un percorso coperto, completamente finestrato, che ospitava i servizi direttivi, rappresenta la fusoliera dell’immaginario velivolo, mentre la coda ospitava le cucine ed il refettorio, e le ali i dormitori. Gli intenti allegorici si esprimono anche nelle sette colonne che sostengono il pronao verso il mare rappresentano gli ideali pilastri del regime: il Governo, il Gran Consiglio del Fascismo, il Consorzio Nazionale delle Corporazioni, l’Esercito, la Milizia, gli Avanguardisti e Balilla, e le Giovani e Piccole Italiane. Colonia Rosa Maltoni Mussolini Intitolata alla madre del Duce e inaugurata nell’estate del 1933, su progetto del famoso architetto Angiolo Mazzoni, risalente al 1926. Doveva essere completata agli estremi da due edifici semicircolari di cui fu realizzato solo quello a sud (Esedra, in cui vennero collocati due dormitori e una palestra). La parte Nord del complesso era destinata all’Opera Previdenza delle Ferrovie, la parte Sud a quella delle Poste e Telegrafi. Funzionò anche come Collegio per orfani. La parte Sud, passata nel dopoguerra alla Charitas Tridentina, ha assunto il nome di Regina del Mare. L’impianto planimetrico è mastodontico, e, se visto dall’aeroplano, appare come uno stilizzato fascio littorio.
La Rosa Maltoni è la Colonia più grande del Calambrone (14.000 mq) e insieme alla Colonia Fasci Italiani all’Estero, è la più interessante dal punto di vista architettonico. Presenta una struttura aperta con corpi orizzontali che si levano come parallelepipedi delle lunghe balconate e dalle altissime vetrate curve. Davanti all’edificio, verso il mare, si innalzano due serbatoi per l’acqua che si presentano come torri cilindriche di colore arancione, avvolte da una ripida scala esterna a spirale, di colore grigio piombo. Sorprendente è il colore degli intonaci e degli infissi (arancione vivo, rosso, cinabro), ma anche quello degli interni: il corallo dei letti e il rosa delle porte. L’adesione nel 1933 di Mazzoni al futurismo ha fatto ascrivere questa Colonia alle architetture futuriste.
Colonia Figli Fasci Italiani all’Estero Realizzata nel 1935 su progetto degli arch. Paniconi e Pedicone. Inaugurata nell’estate del 1936 con un successivo ampliamento nel 1937. Ha una struttura a padiglioni a pianta aperta verso il mare in stile puramente razionalista, con finestre in lunghezza, pilotis, copertura piana. Una particolarità è la torre di comando, che si eleva in prossimità della strada, che evoca la sovrastruttura di una nave militare. Nella pineta sorgeva un grande teatro all’aperto. E’ la più meridionale delle Colonie storiche del Calambrone e insieme alla Rosa Maltoni è la più significativa dal punto di vista architettonico. Fu fatta costruire dall’Ente Figli Fasci Italiani all’Estero e doveva accogliere per il periodo delle loro vacanze estive i figli di italiani residenti all’estero. Nel dopoguerra passò ad una Fondazione dai compiti simili che la gestì fino alla fine degli anni sessanta allorché subentrò la Regione Toscana. Alcune parti sono state utilizzate dal Teatro Verdi come magazzino per le scene e i costumi. Nel padiglione sud per un certo tempo vi furono alloggiate famiglie di senzatetto. La parte costruita al di là della strada nella pineta fu utilizzata nel dopoguerra, fino al 1972, come Ospedale militare dell’esercito americano di stanza a Camp Darby che ne modificò pesantemente la planimetria interna. Successivamente fu utilizzato come deposito materiali della Regione e della Protezione Civile.
Colonia Vittorio Emanuele III Inaugurata nel 1938, iniziata quattro anni prima per conto del Consorzio Antitubercolare di Pisa. Progettista: ing. Gino Steffanon dell’Amministrazione Provinciale di Pisa. Il fronte strada è contraddistinto da una certa monumentalità. Nella planimetria si può riconoscere la sagoma di un bambino con le braccia levate proteso verso un abbraccio, logo della Campagna Antitubercolare, diffuso dall’O.M.N.I. (Opera Nazionale Maternità e Infanzia). Il lato mare è caratterizzato da due gruppi scala spiraliformi aperti su un angolo, cioè non vetrati. Nel dopoguerra è passata in proprietà della Regione Toscana, utilizzata prima come scuola e successivamente come sede dell’A.N.P.A.S.S. (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze). Venduto a privati nel 2007
Colonia Marina Costanzo Ciano Ultima ad essere inaugurata (1939), fu costruita per uso dell’Ente Assistenziale dei Vigili del Fuoco per il quale funziona ancora oggi come Casa per le vacanze, con il nome di Santa Barbara.
Centro Servizi E’ un gruppo di edifici costruito fra il 1932 e il 1934 sul lato interno del Viale del Tirreno (all’epoca Viale XXVIII ottobre), nella pineta, di fronte alla Colonia Regina Elena. Comprendeva una infermeria, la Chiesa, la direzione sanitaria, ambulatori, locali per uffici, una lavanderia centralizzata e una centrale di teleriscaldamento e altri due edifici per alloggi e magazzini.